VIAGGIO IN FRANCIA DEL SUD, in treno e bici. Giugno-luglio 2004 RACCONTI DI VIAGGIO. Testo e foto di Silvia Montevecchi.
Quarto giorno. Marsiglia Ci alziamo di buon ora e facciamo un'ultima pedalata a S.Raphael / Frejus, dove sono - fra le altre cose - i resti degli antichi romani, tra cui il pezzo di un'arena, sommerso tra macchine e case, con le sue belle pietre millenarie. h. 9.47: treno per Marsiglia! ...ma quanto costa il treno in Francia!? se da Bologna a Ventimiglia avevamo speso 45 euro, qui per questo breve tratto ne paghiamo 38! (E non è poi necessariamente che qui il servizio sia molto migliore: anche qui si trovano i bagni senza il sapone, o i vagoni biciclette che non ci sono; quando ci sono, sono decisamente meglio di quelli italiani, perché molto più grandi. Anche nelle ferrovie francesi però il ciclista è un emblema di Resistenza! Bisogna davvero essere convinti per fare vacanza in bici-e-treno. Infatti anche qui per andare da un binario all'altro non ci sono scivoli, come dall'Austria in su, e ogni volta devi fare le scale con le bici cariche...."in spalla"!). Ho visto Marsiglia la prima volta a gennaio scorso, e mi è piaciuta tanto (nonostante il vento freddo, fortissimo!). Sono molto felice di rivederla nuovamente, con più calma, e con il caldo, che le dà un aspetto del tutto diverso. Giriamo per il porto, faccio riprese ai gabbiani, ed entriamo nella rocca che è all'ingresso del porto, con la sua torre dove trovo..."guarda caso", una mostra su un altro museo delle culture! Marsiglia ha già un museo di arte primitiva (alla Viellie Charité), e vuole fare un museo specifico solo per L'Europa e il Mediterraneo. Per questo è stato fatto un concorso di architetti, e i loro progetti proposti sono esposti in questa mostra, insieme a tutta l'impostazione culturale stessa del museo, e al progetto "laureat", quello che ha vinto. Sono affascinata da questo lavoro, fotografo tutto, sconvolta e arrabbiata perché in Italia queste cose non si fanno. D'accordo, l'antropologia è figlia del colonialismo, e noi non siamo stati una grande potenza coloniale, per cui non abbiamo questo retaggio, con tutto ciò che comporta in negativo e in positivo. Ma cosa c'entra? Dobbiamo restare eternamente nell'ignoranza??? Pare di sì. Sul piano antropologico noi italiani siamo di un'ignoranza spaventosa, e non riusciamo neanche a concepire musei che parlino di altre culture, usanze, modi di vivere. Quello studiato a Marsiglia, non solo esiste, ma sarà anche grande, e costoso. Una struttura in cristallo, legata al castello per mezzo di un ponte sospeso, per una superficie totale di 25.000 mtq!!! E non per le culture del mondo, ma solo per Europa e Mediterraneo, perché Marsiglia vuole puntare e sostenere la propria tradizionale immagine di città liaison tra le due sponde di questo mare. Porto antichissimo, da cui partivano le navi che andavano a colonizzare, e dove oggi vivono così tanti francesi di origine magrebina, e immigrati di nuova generazione. In certe strade senti parlare quasi solo arabo. LA VIELLIE CHARITE'. MUSEO DI ARTE PRIMITIVA. Dopo la torre della rocca, andiamo nella città vecchia, e in particolare alla Viellie Charité. Questo antico edificio, già raccoglitore di poveri derelitti (orfani ecc) in epoca non lontanissima, mi aveva già colpito molto per la sua architettura quando lo vidi a gennaio. Tre alti piani di portico. Mi dava una sensazione di grande silenzio, di misticismo. Oggi lo trovo completamente diverso. I tavolini nel giardino per i turisti, e una parte occupata niente meno che dall'allestimento per il Festival di Marsiglia: grande impalcatura come si fa da noi nelle piazze. Palco e tribuna. Ma mi piace lo stesso, e sono sempre felice per essere nuovamente qui! Questa volta entro nel museo. Collezioni d'Africa, Asia, e Sudamerica. Pregiate. Non condivido l'esposizione estetizzante di questo museo, peraltro molto discussa in ambito museografico, ma che dire... ne avessimo in Italia di musei così! E oltre alle sale permanenti, c'è un' eccezionale mostra temporanea di artisti contemporanei aborigeni australiani. Questo sì che è fare cultura. Mah... in Francia esiste un Ministero della cultura. Non ho mai capito perché in Italia non c'è. Noi abbiamo il Ministero per i beni culturali, e scusate, ma c'è un bel cavolo di differenza. Come dire: non abbiamo bisogno dell'agricoltura. Abbiamo coltivato tanti anni fa e quello che abbiamo lo conserviamo in frigoriferi sempre più moderni. Non c'è bisogno di produrre niente di nuovo. Infatti, la cultura francese, tramite il ministero della cultura, ha tante sovvenzioni e si espande in tutti i (tanti) paesi della Francofonia, attraverso les Maisons Françaises. La cultura italiana,... come al solito è affidata al volontariato. Ma anche questo, è un altro discorso. O forse no. Viaggiare deve servire per ragionare, o no? Anche il bookshop mi affascina in questo museo, dove tutto è interconnesso: arte, teatro, storia, antropologia, cinema... Meno male non ho la macchina, altrimenti farei una strage di acquisti. Compro però una bellissima rivista di arte primitiva, che va ad appesantire ulteriormente i bagagli da portare su e giù per le scale delle stazioni... Facciamo un bel giro per la città vecchia, che trovo stupenda. C'è un'aria di paese, pur essendo in città. Ci sorprende una strana nebbiolina che sale dal mare. Avvolge tutto in un'atmosfera ovattata. Per strada pochissime persone. Queste strade strette, a scale. Facce arabe, e un bambino che gioca a pallone, tra gli alberi e le panchine. Ci fermiamo in un bar-libreria. Piccolino. Faccio due inevitabili annotazioni: a) un bar così in Italia non l'ho mai visto; secondo me ci farebbero tremila palle per le cose "a norma o non a norma". Questo bar ha un piccolo lavello, con le bevande e i libri in poco spazio. Secondo me in Italia... "non sarebbe a norma". Troverò poi che molte cose sono diverse qui in Francia. Da noi per esempio è VIETATO prendere la frutta con le mani dal fruttivendolo. Qui i fruttivendoli sono self-service. Io aspettavo di essere servita, e lui mi guardava come a dire "aspetti che ti serva? ma guarda che clienti che si trovano, che aspettano di essere serviti!". Oppure: dai noi nei locali pubblici è obbligatorio l'antibagno. In Francia pare di no, visto che non sempre l'ho trovato. Domanda: i francesi sono sporcaccioni, o noi siamo paranoici ? b) anche in questa libreria, piccolina, trovo uno scaffale di antropologia. Questo genere di letteratura, qui ha lo spazio che da noi ha qualunque narrativa, o la giallistica,... Ci dirigiamo al lato opposto del porto, alla piazza dei vecchi Arsenaults. Quando venni a gennaio, qui era allestita una lunghissima pista per pattinare sul ghiaccio! Era bello, con tanti bambini che si divertivano, in un freddo per me sconcertante. E' bella anche adesso, con il caldo, i negozi che espongono le cose all'aperto, e i tavoli dei ristoranti che invadono le strade. Ci mangiamo una immancabile bouillabaisse e una paella provenzale. Alla tv dell'hotel ci vediamo un po' di tv, tra i canali nazionali e quello che prediligo: Arté. Le stronzate televisive purtroppo hanno ormai invaso il mondo. Ovunque trovi cose simili, se non identiche, visto che vengono venduti i marchi (es. Il Grande fratello) da un capo all'altro del mondo. Però rimane comunque una distanza enorme tra la tv francese e quella italiana. Del resto, la Francia è anche il paese che produce il numero più alto di documentari, di grande qualità. Così, mentre qui fanno un interessante trasmissione che è certamente rilassante e divulgativa, ma non rinuncia alle finalità educative e sociali (un programma di quiz in cui il tema è l'educazione stradale, per adulti ovviamente non per ragazzini) giro il canale e cosa trovo su Rai Uno...? Miss Italia! Classico: noi rappresentiamo fondamentalmente tette e culi costantemente in primo piano. E per la nostra tv rilassarsi è sinonimo di rincretinirsi. Non è contemplata la possibilità di rilassarsi facendo cose che rendano merito alle facoltà intellettive! Continuiamo così, facciamoci del male! Marsiglia. Ingresso al porto
IL VECCHIO CENTRO, BELLISSIMO
Tanti laboratori di artigiani e artisti
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