VIAGGIO IN FRANCIA DEL SUD, in treno e bici. Giugno-luglio 2004   

RACCONTI DI VIAGGIO. Testo e foto di Silvia Montevecchi.

Undicesimo e ultimo giorno di viaggio.

 

Eccoci qua! Il cerchio si è chiuso, e siamo tornati al punto di partenza. Percorriamo le lunghe ore che da Tolone ci portano a Ventimiglia, da qui a Voghera e da qui a Bologna. Arriviamo a mezzanotte circa, convinti che il treno... è proprio un cinema!

   

 

 

"Vantaggi e svantaggi" di una vacanza in bicicletta.

Naturalmente è una questione di punti di vista, quindi mi limito a fornire alcune "descrizioni" pratiche. 

Ciò che per me è senza dubbio un vantaggio, e fondamentale, è il fatto che la bicicletta non inquina. Questo fa bene a tutti, noi per primi. Inoltre, non costa in carburante. Se si decide di fare dei pezzi in treno, ovviamente si paga il treno, e abbiamo visto che può essere piuttosto costoso. Al contempo, la dueruote ci fa inevitabilmente risparmiare sugli acquisti (!) dato che più di tanto non ci si può caricare il bagagliaio. 

Altro vantaggio fondamentale del viaggiare in bicicletta, è che dà un grande senso di libertà, in quanto non costringe a fare ritorno ad un posto. Quando si viaggia con un mezzo diverso, auto o camper, anche se fai dei pezzi in bici, poi devi tornare alla base. Questo personalmente mi fa andare via la voglia di affrontare certi percorsi, perché non mi piace l'idea di dover fare la stessa strada andata e ritorno. Per esempio non avremmo senz'altro fatto il giro della Camargue fino a Salin de Giraud se avessimo dovuto anche fare ritorno. La bicicletta ti consente di andare sempre avanti, senza avere necessariamente una meta prestabilita. Trovi un pullman che ti carica? ci sali sopra. Trovi un tratto da fare in battello? E via!

Inoltre, va sottolineato un aspetto di estrema importanza soprattutto quando si viaggia in periodi di alta stagione, o media, come nel nostro caso: il traffico! La bicicletta ti può stancare fisicamente, ma non stressa. Stanchezza e stress sono due cose ben diverse. Lo stress ti fa incazzare, innervosire, arrabbiare con gli altri. La stanchezza fisica no, o comunque è più difficile. Quando sei stanco riposi e basta, magari su un prato, o una spiaggia. Se sei immerso nel traffico di un incrocio, con la bicicletta ti infili dove vuoi, e saluti tutti! Quando arrivi in un posto che non conosci, non diventi pazzo per via dei sensi unici! Puoi salire su un marciapiede, tornare indietro dove vuoi, fare anche un pezzo contromano, se proprio ti sei sbagliato! Quante volte abbiamo pensato, nel cercare gli hotel segnati sulla cartina, che saremmo diventati pazzi se avessimo dovuto cercare le strade senza conoscere il senso di marcia!

Certo, in bicicletta si vedono meno cose, perché è chiaro che non si possono fare centinaia di km come in macchina. Ma questo non è necessariamente uno "svantaggio". E' una cosa diversa. Girare tanto per vedere tante cose, fa parte della nostra quotidiana concezione consumistica di ciò che facciamo. Fare di più, avere di più, vedere di più, consumare di più. La sindrome del collezionista di beni. Anche se inutili. Il viaggiatore in bicicletta non è interessato a questo genere di approccio, evidentemente. "Vedere meno, vedere meglio", potrebbe essere il suo slogan. 

Non va dimenticata neppure la dimensione socializzante della bicicletta. Sia quando si pedala, sia quando la si carica su un mezzo di trasporto pubblico, la bicicletta ti consente di comunicare con gli altri. Di fare incontri. Di ridere di situazioni particolari, o di conoscere determinate dinamiche. Sul viaggio di ritorno, fra le alltre cose, abbiamo assistito a una lite tra ferrovieri, divertente per le sue modalità. Poi, arrivati in Emilia di notte, in compagnia di un cicloturista greco, giovane e solitario, il nostro vagone è stato invaso da nigeriane che andavano al lavoro... preparandosi con un colorito maquillage. Scena che si vede spesso sugli interregionali. Questa volta però abbiamo assistito ad una retata della polizia per verificare chi avesse o no il permesso di soggiorno. Fine del maquillage, serata di lavoro andata in fumo. Tutte al commissariato. La macchina ti mantiene in una scatola chiusa, dove le possibilità di apprendimento sono pressoché totalmente annullate. Anzi: magari ci si rincretinisce pure. Oggi uno anziché sforzarsi di usare la cartina, chiedere informazioni, ecc... è stimolato a comprarsi il GPS! Per andare da qui a lì, dobbiamo interpellare il satellite! Preferisco continuare a chiedere ai passanti, e così magari continuare a ridere, ancora dopo tanti anni, di uno che a Modena, quando chiedemmo come andare in via Buon Pastore, ci disse convinto: ma, da qua... potete andare dritto, oppure qui a sinistra,... no facciamo così: andate a destra!

Ciao! Buoni viaggi a tutti, cercando di inquinare il meno possibile, grazie.

Silvia