DIARIO DI VIAGGIO
IN SUDAFRICA 1.giorno. Domenica 23/12/2012 Parto da Luanda (Angola) dove attualmente vivo e lavoro (vedi qui).Sveglia alle 4. Luanda-Johannesburg. Volo previsto per le 8, parte alle 9.30. Padre François Dufour, il Provinciale dei Salesiani in Sudafrica, è all’aeroporto a prendermi :) Andiamo alla sede dei salesiani, dove i marmocchi del circondario lo stanno aspettando per tuffarsi in piscina. Fantastico! Lui mi ricorda Robin Williams ne L’attimo fuggente! Messa nella chiesa parrocchiale. Cena. (Vedi qui il file in PDF) 2. Lunedì 24. Taxi collettivo (=pulmino) per Soweto. Buffissimo il modo in cui qui si identificano i pulmini, che non hanno numeri per sapere la linea che fanno, e la gente li distingue tramite segni delle dita! Imparo che la linea che devo fare io si chiama con il pugno chiuso e l’indice alzato della mano destra, rivolta verso il viso di chi fa il gesto. Fantastica, commovente visita alla casa di Mandela e al museo Hector Pieterson. Faccio acquisti al book shop (proprio i libri che volevo: storia dell’apartheid, e culture sudafricane). Giro a piedi. Riprendo il taxi collettivo e rientro a casa. François è di nuovo in piscina coi bambini. Io vado al supermercato. Poi andiamo in auto verso Joburg nord. Mi fa attraversare il centro della città – incredibile trasformazione da centro pulsante a nuova sorta di slum in verticale, dove i bianchi che una volta erano padroni ora non entrano più – poi andiamo a Sandton, il nuovo centro dei ricchi (bianchi e neri). Centri commerciali pazzeschi, immensi, da perdersi, pieni di gente. Cena fuori in un locale francese. Tutti bianchi i clienti. Tutti neri i camerieri. Poi giro serale in un altro centro commerciale, incredibile: “Montecasino”, tutto costruito imitando l’architettura italiana!! Rientro a casa. E' NATALE ! Ma io, come ogni anno... troppo stanca per la messa di mezzanotte, sorry! 3.Martedì 25. NATALE. Messa h.8,30 nella chiesetta di casa salesiana. Connessione a internet, approfitto della rete di qui per scaricare il mio archivio angolano nel sito web! Bagno in piscina, anche se con acqua fredda. Poi… sono invitata a pranzo da una coppia di scozzesi (Mary e Chris) trapiantati qui 38 anni fa! Bella casa, anche questa con piscina, ottimo pranzo, e poi lei si mette a suonare la chitarra a 12 corde in perfetto stile country! (che miscugli, le culture: Sudafrica, Scozia, valle del Mississippi…J ). Però i bianchi e i neri qui.. fanno vite molto separate! I bianchi non prendono i taxi collettivi (che sono praticissimi!) e non vanno più nel centro di Johannesburg. 4.Mercoledì 26. Sveglia con calma. Poi, visita al Museo dell’apartheid. Ci tenevo tantissimo a vederlo. È stupendo, come mi avevano detto, molto grande, ci passo 3 ore e ne servirebbero molte di più per i tanti pannelli e i tanti video. È fatto molto bene, e descrive tante cose, anche sulla storia di Joburg e l’inizio della segregazione razziale. Compro altri due libri e cd. Alle 12 p.François viene a prendermi e mi accompagna al Gautrain. Mamma mia! Mi sembra d’essere in nord Europa. Questo treno/metropolitana ha due anni di vita, quindi è tirato a lucido, uno specchio. Il servizio d’ordine è all’erta, ci sono persone in divisa quasi a ogni metro della stazione, e passano avanti e indietro nei vagoni. Mi metto a mangiare i miei cornflakes, e subito uno mi fa segno che è vietato mangiare nella carrozza!!! Arrivo a Centurion, alle 13.45 l'amico K. viene a prendermi, e subito mi porta a vedere un altro posto interessante, che non avevo capito fosse lì, alle porte di Pretoria: il monumento ai Voortrekkers, i pionieri che nell’800 sono partiti dal sud est con le carovane tirate da buoi, per colonizzare il Trasvaal. Un’avventura durata alcuni anni, e che ha fatto ovviamente molte vittime, anche per la diffusa malaria. Poi ci sono stati gli scontri con gli ndebele e con gli zulu. La battaglia definitiva ha visto una strage di zulu, in quello che da allora si chiama Blood River. Sicuramente è enorme il coraggio di quegli uomini e quelle donne. (Qui si racconta che loro avevano siglato un accordo con il capo zulu che questi non ha rispettato, massacrandoli a tradimento il giorno dopo la firma. Però resta incredibile che non vi sia nel museo del monumento neppure una parola sulla visione della guerra dalla parte dei vinti, come ad un certo punto si è fatto per gli indiani d’America). Dormo a casa di K. a Centurion, una casa stupenda, con molta terra (3 ettari, mi dice, come tutti i lotti di quella zona) e un giardino curatissimo pieno di piante, sembra una piccola foresta. Anche qui ovviamente piscina. Mi sembra netto il confine tra bianchi e neri, e anche mi sembra ancora parecchio diffuso un notevole razzismo. Andiamo al ristorante (modello Las Vegas!) e K. si meraviglia che il cameriere nero non capisce bene l’afrikaans, come se fosse obbligatorio, ma ...lui cosa sa delle lingue africane? E sono tutte lingue nazionali! 5. giovedì 27 dicembre. Partiti con calma da Centurion, verso nord. Sulla strada ci fermiamo a un supermercato e poi all’ufficio postale dove impiegano 10 minuti per mettermi un francobollo sulla busta per l‘Italia. Arriviamo alla sua fattoria quando è circa mezzogiorno/l’una. La regione è un’immensa distesa piatta, peggio della Padana. Per arrivarci, autostrade e strade, e costruzioni tante, lasciando Pretoria alle spalle. Il nord è la zona produttiva e più abitata del Sudafrica, e si vede. Mi sembra di stare in Lombardia, o in Renania. Costruzioni, grandi magazzini, industrie, senza soluzione di continuità, per km. Poi finalmente si apre la savana arbustiva, molto verde, date le piogge. Quando arriviamo nel Limpopo, le aziende agricole si estendono una dopo l’altra. La più piccola…: 400 ettari! La loro: 1500. Ecco, questa la distribuzione delle risorse in questo paese. I bianchi che sono il 10% della popolazione ancora detengono la maggior parte delle ricchezze. La fattoria appartiene alla moglie di K., e le è stata lasciata dal padre. Ci alleva vacche di razza mista indiana e svizzera, e da poco ha cominciato ad allevare anche bufali. Le vacche sono per la vendita di carne. Quando chiedo notizie dei bufali, mi dicono che vengono da lontano, da zoo in giro per il mondo (quindi sono molto tranquilli) perché il bufalo ormai è sempre più raro, si sta estinguendo, causa la mancanza di spazio. Mi dicono che il bufalo per riprodursi in natura ha bisogno di grandi estensioni di terra, quindi non si riproduce in cattività. Loro hanno 400 ettari dedicati per ora a 13 bufali. Quando chiedo quanto costa la carne alla vendita, visto che la produzione è tanto onerosa, mi dicono che non li allevano per fare carne. Saranno rivenduti (quando ne avranno di più) alle game reserves. Ovvero… per diventare oggetto di divertimento dei cacciatori!!!!! Sono sconvolta. Vorrei scappare. (Forse per questo, durante la notte, faccio incubi?). Impressioni a pelle: sono sconvolta dalla distanza che vedo tra bianchi e neri, nelle 3 case che ho visto fino ad ora, tra amici vari. Sono sconvolta nel vedere il modello consumistico e molto americano seguito in questo paese, con tanti bianchi iper-obesi, ristoranti stile Las Vegas, e centri commerciali che sono piccole città, con piazze, alberghi, casinò. Sono sconvolta nel trovarmi in una “cultura” in cui andare a caccia è normale, come per me andare in bagno. [nb: p. François poi mi spiega che le riserve qui sono enormemente diffuse, perché ancora ci sono tanti che vengono anche dall'estero per andare a caccia di trofei da appendere in salotto. E alla fine dobbiamo pure ringraziare proprio gli allevamenti per la caccia, se certi animali non si estinguono! I cacciatori pagano fior di quattrini, che consentono anche di mandare animali per la preservazione. Altrimenti questi soldi non ci sarebbero! Ovviamente poi… sono animali d’allevamento, e vengono messi un territorio ristretto. Insomma, c’è poco da farsi grandi per aver portato a casa una testa di leone: è come andare a pesca nel laghetto delle trote]. Nel pomeriggio andiamo in macchina a cercare di vedere i bufali. Ci vuole un bel po’ per trovarli, e quando finalmente li avviciniamo… è vero: non hanno nulla dell’aspetto feroce di quelli selvatici. Sembrano normali muccone, mansuete. Ma bisogna sempre stare attenti. Pensare che siano lì per diventare oggetti ti caccia, mi è incomprensibile. Ho voglia di scappare da questa casa. Loro sono persone molto gentili, ma la loro mentalità è troppo lontana dalla mia, sia per come si relazionano ai neri, sia per il loro modo di concepire il rapporto con gli animali, come se fossero al nostro servizio (...i tappetini di pelle e pelliccia nelle sale, e sulle poltrone: aiuto! Voglio stare con sudafricani neri! Voglio tornare tra i salesiani!!!). 6. Venerdì 28. Forse alcune immagini di caccia, e quest’atmosfera per me violenta, mi hanno fatto avere incubi notturni? Mi sono svegliata di colpo dopo un sogno orribile, e non riuscivo più a riaddormentarmi. Trovo un passaggio in auto per tornare verso Pretoria. Meno male! Non riuscivo a stare in una cassa di cacciatori!!! Per quanto gentili siano stati… sono bianchi ricchi, che non si mescolano con i neri se non perché sono i loro lavoratori (che “parlano perfettamente afrikaans”), e sono cacciatori nonché allevatori di bufali per le game reserves. Aiuto! Arrivo a Pretoria verso le 12,30 dopo una sosta presso un'altra famiglia di bianchi boeri. Ce n'è uno (obeso deforme) che a un certo punto (pensando di farmi un servizio gradito) mi dice “attenta a quello che ti dicono, specie se .. sono neri; ammazzano 1800 boeri all’anno nelle fattorie, ma non sono di nessuna importanza, è più importante se ammazzano un rinoceronte, perché lui è in estinzione; ma anche i boeri sono in estinzione!”. Gli faccio notare che i bianchi.. non lo sono. Aiuto! Prendo la stanza nel BB che mi ha suggerito Priscilla, molto carino. Poi vado allo Union Buildings, e qui mi incontro con lei, sua sorella e suo padre. Bello! Sono indiani! Finalmente esco dall’ambiente dei bianchi ricchi - razzisti - cacciatori e mi ritrovo in uno splendido melting pot. Acquisti multietnici, poi cena (lunghissima, per via del papà in carrozzella) ovviamente in un mega centro commerciale. 7. Sabato 29. Sono stata benissimo al BB per i fatti miei, con anche la connessione wireless! Mi sveglio prestissimo, e comincio a guardare la cartina per organizzarmi la giornata. Bel giro nel centro di Pretoria, al Transvaal musem, poi torno a prendere i bagagli e vado al Gautrain verso Sandton. Poi con la navetta al mitico “Montecasino”, dove poco dopo viene a prendermi il proprietario del Cradle lodge, che mi porta anche all’ingresso delle grotte dove hanno trovato tanti fossili importanti, di animali e soprattutto di hominidi. Molto belle! Stupendo stare qui in vacanza, ai bordi della piscina che guarda verso il verde del Cradle. (Anche se davvero ormai… di savana ne è rimasta poca!). 8.Domenica 30. Mattina: il proprietario del Cradle Lodge, Dean, gentilissimo, mi fa da taxista, poveretto! E si occupa delle telefonate per sapere dove portarmi, cosa farmi vedere… Subito alle 9 mi accompagna alla sede centrale del Cradle, dove si visita il modernissimo museo a forma di tumulo. Poi è riuscito a trovarmi il posto nel tour per il Rhino park, così a mezzogiorno mi viene a prendere e mi porta lì (come temevo, il rhino park si rivela uno zoo un po’ più grande, per di più con una marea di macchine, dato che è anche domenica, ma pazienza; che tristezza vedere gli animali ridotti in così poco spazio! Abbiamo privatizzato il mondo!!!). Infine mi torna a prendere e mi porta al taxi-bus per Joburg (però passo anche dal suo negozio, che vende prodotti cosmetici a base di miele, molto bello! Dean è proprio bravo, in un sacco di cose; il lodge è molto bello, la cucina ottima, il negozio pure, e anche il suo sito web, tutto molto curato, e fatto con molto gusto estetico). www.cradlelodge.co.za Con due taxi-bus arrivo fino a Booysens, la zona a sud di Jobuirg dove hanno sede i salesiani, e alla fermata… trovo p. François che è già pronto con la macchina per caricarmi! Mamma mia, mi sento proprio viziata! J Doccia veloce, e poi… MESSA! Che bello. Sono contenta di essere tornata qui, mi sento ormai “a casa”, e avevo voglia di Messa. A cena c’è anche Patricia, una suora salesiana, che a Messa suona l’armonium. È sudafricana, ma ha passato 10 anni a studiare in Italia. 9. Lunedì 31. Mattina di compere al vicino supermercato: magliette e sandali per Luanda. Poi… passo alcune ore al Golden Reef park, per vedere le miniere d’oro e... tutto il parco giochi! (io che non sono mai stata in posto simile, dovevo capitarci in Sudafrica!) Rientro a casa da p. François, che nel frattempo ha fatto piscina coi marmocchi. Posta, telefonate di auguri. Cena, semplice, io e lui. Vero le 9 usciamo per fare due passi nelle strade intorno: ci sono i ragazzini con i botti. Poco dopo le 10 siamo già a nanna! :) Capodanno mistico. 10. martedì 1 gennaio 2013. Sveglia presto, alle 7.30 Messa nella cappella delle suore salesiane. Poi colazione con loro: due sudafricane, 1 inglese, le altre irlandesi. Poi p. François mi porta a fare un giro degli altri centri salesiani sparsi nel territorio, fino a 30 km. Bello! Peccato vedere che poco a poco tutto il verde si sta urbanizzando. Incredibile vedere l’eredità delle townships dell’epoca dell’apartheid. Ancora esistono le città divise tra bianchi / neri / coloured! E vedo i cosiddetti “unformal settlements”, quartieri di baracche, ma decorosi, e ordinati. Non posso chiamarli veri e propri slums. Col tempo la gente costruisce meglio le proprie case, alcune ormai sono molto belle. Torniamo per mezzogiorno, io preparo degli spaghetti. Ci sono a pranzo anche p. Johnn e un altro. Bel pranzetto. Mi sento in famiglia. C’è pure il panettone. Pomeriggio di relax. Mi sarebbe piaciuto godermi la piscina e il prato, ma il cielo è grigio e la temperatura bassina. Domani, sig, si torna all’ovile: fine della vacanza. 11. mercoledì 2 gennaio. Ultimo giorno a Joburg! L Mi dispiace un casino andare via. È talmente bello questo posto, questa casa salesiana, con il grande prato e i grandi alberi… così diversa dalla situazione di Luanda! Anche questa mattina Messa dalle salesiane. Bello. Ecco, un’altra cosa che mi manca a Luanda: la chiesa vicino casa. Pulisco la stanza, cambio il letto. Mi collego di nuovo a internet. Leggo un po’. Poi viene l’ora per François di riaccompagnarmi all’aeroporto. È gentilissimo. La mia presenza gli ha fatto piacere. Nelle ultime 24 ore abbiamo parlato soprattutto in francese. Gli ho lasciato un’offerta, mi invita a tornare. Eh! Mi piacerebbe molto :) Ciao Sudafrica. Mi manchi già. Durante il volo di ritorno: sento di nuovo parlare portoghese, e mi piace. Quanto vorrei parlarlo bene! Leggo il libro sulle culture del Sudafrica che ho comprato a Soweto. Penso alla ricchezza di tutti questi gruppi, delle tante storie, e penso a quanto è meraviglioso viaggiare, incontrare tutto questo. Ora torno in Angola, e riprendo il libro in portoghese sulle culture bantu. E mi sento felice di aggiungere così tanti tasselli di conoscenza al mio cuore, al mio cervello. Sono felice di ciò che ho visto, dei libri e dei cd che ho comprato. E mi viene da chiedermi perché per tanta gente “spendere in conoscenza” è una cosa strana, mentre non lo è spendere nel divertificio in cui abbiamo trasformato il mondo: andare a sciare, ai parchi divertimenti, nei centri commerciali, nei villaggi turistici… Perché la CONOSCENZA non è vista come un hobby?!? È il più meraviglioso degli hobbies!!! :) Silvia Montevevecchi |