Silvia Montevecchi
ADELINA E IL
NONNO
Poesie. Madagascar,
Tananarive, 1998
|
1. ADELINA E I FIORI Adelina quel giorno si svegliò dopo aver fatto uno splendido sogno Aprì sorridente gli occhi che non potevano vedere la luce Cercò il nonno attorno a sé e insieme fecero colazione Il sole scaldava la mensa e il tavolo era ricco di ciò che loro amano di più per bene cominciare le giornate Adelina era felice di vivere con suo nonno Era per lei il suo mito la protezione la barba entro cui infilare le dita Erano pomeriggi e serate di racconti in cui nonno Alfredo dava vita a quel mondo che mai Adelina avrebbe visto davvero La sua mente si dissetava a quell’udire come il viaggiatore si disseta all’oasi tra le dune Lei risplendeva del nonno come la luna risplende del sole E lui riceveva la gioia profonda di chi dà la vita e ne ama affascinato i frutti Adelina terminò il suo latte e la marmellata di mirtilli Si sedette vicino alla finestra e il sole la scaldò Una nuvola di fumo la circondò uscita dalla pipa del nonno con quel profumo che lei amava E poi ripensò al suo sogno a ciò che aveva sentito Allora chiese “Nonno, parlami dei fiori” E fu così che, quella mattina, il racconto cominciò. Nonno Alfredo aspirò profondamente dalla sua pipa Il suo sguardo andò lontano, oltre la finestra L’espressione serena, quasi sorridente “I fiori, Adelina? Oh! I fiori sono tra le cose più belle che il Creatore ci ha dato! Sono come te figlia mia I fiori sono la gioia, l’allegria, la freschezza, la giovinezza Ne esistono migliaia, milioni di tipi diversi Piccoli piccoli, ed enormi, grandi come un bambino Di bianchi e di coloratissimi Di profumati, e di inodori Ci sono fiori piccolissimi che a volte ti riempiono a migliaia una collina, fino a che diventa un grande prato viola, giallo, rosso,... Allora un fiore ti ricorda la semplicità Il valore, e la bellezza di una cosa piccola umile Che nulla chiede se non acqua, terra, sole Si nutre e ti guarda e ti sorride Vive pochi giorni Sta fermo in un posto non pretende niente Eppure si dà con tutto se stesso Fino a riempire la tua esistenza A volte ti basta guardare un fiore e se sei triste ritrovi la tranquillità Basta essere capaci di assorbire Di farsi penetrare dalla sua bellezza Ci sono poi i fiori degli alberi Profumatissimi E quando li vedi tutta la vita ti si risveglia intorno La primavera incombe con le sue pulsioni la sua energia Gli alberi si coprono di bianco, di rosa, e con loro i cespugli Gialli, come le ginestre Il paesaggio cambia d’abito e tu senti che hai passato un altro inverno Che la morte è stata sconfitta ancora E l’energia, tutto il cosmo continua il suo corso verso la rinascita, verso la vita E i fiori degli alberi poi cadranno la pianta si spoglierà di quella bellezza ma ti darà meravigliosi frutti succosi Le ciliege, le pesche, le albicocche Che riempiranno i cestini sulle tavole I fiori sono l’ingenuità Non pensano Si limitano a sentire La mediocrità, non è del loro mondo Loro sono la purezza Per questo noi non possiamo che contemplarli Ammirarli come si ammira ciò che è irraggiungibile”.
|
2.
ADELINA
E IL MARE
E
poi un giorno Adelina
si ricordò di
quella gita che avevano fatto E
lei aveva sentito i piedi freddi e
bagnati E
si era spaventata Ma
il nonno si era messo a
ridere E
allora quel giorno domandò “Nonno,
parlami del mare” “Il
mare Adelina? Oh,
che bella cosa è il mare! Ricordi
? Ti
fece paura la prima volta Era
freddo Ma
poi ti divenne amico e
alla fine non
volevi più lasciarlo Il
mare è così Va
preso poco a poco Come
tutte le cose stupende preziose Bisogna
conquistarle e
farsi conquistare Così
non le si perde più Perché
ci si appartiene Il
mare è l’infinito E’
la dolcezza è
la potenza E’
il movimento è
la calma E’
l’irruenza è
la saggezza Puoi
sederti ad ascoltare il suo rumore la
sera quando
anche le onde sembrano
assopirsi E
quando senti quel rumore sembra
una voce che
fa eco ad ogni porto E
tu allora ti
senti vicina ad ogni gente E
puoi immaginare le
fredde coste del Baltico I
pescatori del Mare del Nord con
le loro casette di legno O
bambini che giocano su
esili piroghe che
si infilano tra le mangrovie Puoi
immaginare gli
abbarbicati paesini della Liguria o
le montagne di ghiaccio dell’Antartico che
impauriscono Il
mare... Il
mare è la vita E’
la coscienza la
libertà La
possibilità di guardare e
di guardarsi All’infinito Specchiandosi in
quel movimento perpetuo Il
mare è l’andare Sempre Sempre
avanti Senza
paura Senza
fermarsi o guardare indietro Continuare
a cercare A
scoprire A
stupirsi Perché
andando vivi Andando
scopri Impari Senti Il
mare è
l’arricchimento E’
sentirsi oltre cresciuti vissuti Il
mare è l’armonia Anche
nella catastrofe Quando
tutto travolge e tutto
annienta Perché
sublime è
la legge della natura anche
nel suo dolore Piccola
mia dagli
occhi velati Il
mare ti appartiene Giacché
come le cose preziose esso
non si concede ma
lo puoi assorbire e
portare con te Non
si fa incatenare poiché
solo nella libertà è
la gioia della vita”. |
3.
ADELINA
E LA SOFFERENZA Allora
un giorno Adelina
aveva sentito un
uomo che piangeva Non
poteva vederlo ma
il suo cuore le si strinse A
lei capitava molto di rado di piangere e
non riusciva bene a capire E
così quel giorno chiese al nonno “Nonno,
parlami del dolore. Che
cos’è che fa piangere un uomo?” Nonno
Alfredo si rattristò Lui vorrebbe
parlare sempre solo di
cose belle solari gioiose E
vorrebbe che Adelina conoscesse
solo la gioia, la gaiezza la
vivacità Ma
il dolore fa parte della vita lui
lo sa bene E
così anche quel giorno il
racconto cominciò “Adelina, Adelina
mia cara! Vuoi
sapere del dolore? Eh
sai, il dolore è
un momento d’arte Come
ogni momento della vita Non
ce ne accorgiamo poiché
in genere non siamo noi che
lo scegliamo Ci
viene dato E
vorremmo evitarlo Ma
anche la sofferenza è arte Ed
è forse l’arte che richiede maggiore
maestria maggior
bravura nonché
pazienza tanta
tanta pazienza Un
uomo... un
uomo piange perché
non sa Non
capisce il motivo Si
vorrebbe che la vita fosse sempre un
percorso chiaro quasi
guidato da noi Senza
intoppi senza
imprevisti Senza
morte né malattia E’
difficile accettare che non sia così che
la vita se ne vada per suo conto senza
binari senza
tracciati imponendo
sfide e
rischi sconosciuti Il
dolore è ciò che ritieni
di non sopportare Che
ti fa sentire senza scampo come
se aldilà di quel dolore non
vi fosse più nient’altro Il
dolore è un motivo reale Ma
a volte no E’
il nostro modo di vedere le cose La
nostra fragilità E
comunque il
risultato non cambia Il
dolore è fisico Il
dolore è mentale Il
dolore è l’abbandono Il
dolore non
è mai banale E’
il bambino che piange disperato alla
ricerca della madre E’
la madre che piange disperata per
la sofferenza del figlio Il
dolore è sapere o
sentire che
nessuno ti ama che
sei solo completamente
solo E’
il pianto del fidanzato abbandonato I
suoi sentimenti traditi I
suoi sogni infranti La
sua capacità di ricominciare totalmente
inconcepibile E’
il sogno che non sei riuscito a realizzare E’
la morte dell’amico E’
la paura di non farcela E’
lo stipendio che non ti basta O
lo stipendio che non hai E’
la paura della gente dei
giudizi E’
la paura della paura Il
dolore è quando senti che potrebbe
essere in un altro modo Che
non è dipeso da te che
tu ce l’hai messa tutta Ma
è andata così Diversamente da
ciò che volevi E
che la tua vita è un’altra cosa da
ciò che avevi immaginato E’
la capacità di accettare il cambiamento Modellarsi Improvvisando secondo
gli accadimenti Questa è
l’arte del dolore Certo,
cara Adelina ci
sono dolori tanti
dolori che
potrebbero essere
evitati Perché
causati da altri Dalla
nostra mediocrità Dalla
nostra umana inevitabile
bassezza Ma
questa... questa
è un’altra storia E
io non voglio infangarti piccolo
fiore con
la grettezza e la stupidità Sorridi
all’uomo che piange stringigli
la mano senza
chiedere Fagli
sentire l’arte
di ricominciare di
continuare il cammino improvvisando ovunque
questo lo porti Senza
sapere Poiché come un nomade va incontro ai suoi giorni così
la nostra vita è errante”
|
4. ADELINA E IL VIAGGIARE Allora un giorno Adelina chiese al nonno “Nonno, cosa significa andare per terre sconosciute? Parlami dei tuoi viaggi Raccontami ancora delle persone che hai incontrato” Gli occhi di nonno Alfredo si rischiararono e guardarono lontano Forse con un po’ di nostalgia Lui, era stato un grande viaggiatore un po’ matto anche E aveva fatto incontri meravigliosi E così anche quel giorno il racconto cominciò “...i miei viaggi Oh, quanto sono lontani i miei viaggi! E le persone che ho incontrato...? Chissà che fine hanno fatto... E’ stato così bello viaggiare Adelina! La cosa più bella che potessi fare La cosa che auguro a tutti coloro che vogliono vivere davvero Perché viaggiare... viaggiare è respirare viaggiare è pensare E come il respiro e come il pensiero il viaggiare è fluttuante libero vago ignaro Viaggiare è incontrare conoscere ascoltare Viaggiare è scoprire amare assorbire Viaggiare è non temere è cambiare è andare verso l’ignoto lasciando ciò che conosci Viaggiare è crescere è osservare è imparare E’ una musica da ascoltare E’ una musica da fare Viaggiare è agire camminare andare verso Incontri la gente più diversa e più strana La fauna umana ti si allarga innanzi con tutta la sua bizzarria Gente mediocre e gente sublime straricca e miserabile colta e analfabeta L’essere umano ti si presenta nella sua piccolezza Non sempre nella sua umiltà Anzi Le facce che ho incontrato... Quante facce! Eppure alcune ti restano dentro Per sempre Occhi che ti accompagnano per tutta la vita Sorrisi Mani Mani di bimbo mani di madre mani di prostituta mani di lebbroso Mani piagate mani ingioiellate mani tinte di henné mani sporche di lavoro Ciò che vivi e che incontri ti permea ti plasma ti modifica Ad ogni nuova partenza tu non sei più quello di prima I tuoi occhi la tua mente hanno visitato l’altrove Hanno esplorato nuovi orizzonti Sfidato nuove avventure Ciò che immaginavi hai potuto toccarlo La tua fantasia ha fatto i conti
con la realtà Questo, Adelina mia cara è l’andare per terre sconosciute Navigare con la mente e con gli occhi Portarli verso l’ignoto disponibili a cambiare a diventare altro senza sapere senza preventivare” |
5. ADELINA E IL SILENZIO E poi un giorno Adelina sentì i respiri del nonno Profondi Che si era addormentato su un libro Gli accadeva spesso poiché lui era sovente nel suo mondo Lontano dal rumore e dal normale caos della terra Allora quel giorno dopo che si fu ridestato Adelina chiese al nonno “Nonno, parlami del silenzio” Ed egli dovette pensare un po’ poiché per capire il silenzio bisogna saper fare silenzio E con un sospiro di saggezza anche quel giorno il racconto cominciò “Piccolo gioiello delle mie giornate quando senti il suono della vita è perché hai fatto il silenzio intorno a te dentro di te Tutto può penetrarti In ogni fessura della carne Come un’anfora riempita di acqua di sorgente così il tuo cuore può riempirsi di nuove fragranze Il silenzio è la capacità di ascoltare il nulla di fare il vuoto pulirsi come si pulisce da ciò che è inutile E’ eliminare le intrusioni E’ cercare la purezza Il silenzio è la libertà E’ come il flusso di un sospiro divino Un alito caldo che ti viene addosso e ti calma Placa ogni tuo dubbio ogni tuo timore Il silenzio è un paesaggio infinito in cui tu sei solo completamente solo Tutte le direzioni ti sono aperte intorno Il silenzio è il sole E’ il vento tra i capelli E’ il torrente che ti scorre ai piedi E’ il sottobosco che non vedi ma che pullula di vita Cercare il silenzio è cercare l’immensità Il profondo e l’altissimo Il piccolo l’umile il sublime E’ la pace che vorresti E’ la pace che possiedi E’ il dono che puoi offrire E’ aprirsi ai doni altrui Dal silenzio nasce la vita Nel silenzio va a morire Quando il chiasso intorno a te farà restringere le tue ossa senti il silenzio sulla tua pelle Sarà la gioia per la tua carne la libertà per la tua anima”
|
6. ADELINA E L'AMICIZIA E poi un giorno con la sua solita voglia di conoscere Adelina chiese al nonno “Nonno, parlami dell’amicizia! Cosa vuol dire essere amici?” “Oh! Cara Adelina, questa sì che è una bella domanda. Perché l’amicizia è una cosa stupenda piccola mia. E’ una grande ricchezza ed è un grande dono. E’ una delle cose più importanti della vita. A volte l’amicizia capita come una sorpresa come una goccia di rugiada che bagna una coccinella A volte la costruisci piano piano pazientemente come il ragno che intesse la sua casa e alla fine possiede un’opera d’arte Meravigliosa Non ci sono mai regole precise nella vita! Un accadimento non è mai uguale alla volta precedente E quando credi di avere imparato qualcosa… è una bella presa in giro! Non impari mai, mai abbastanza E gli amici gli amici hanno sempre da
darti, da insegnarti è un meraviglioso scambio continuo Si dà e si riceve, sempre Per questo l’amicizia è uno dei sali della vita Non si può vivere senza amici No, non è possibile O meglio: non puoi essere felice senza amici Gli amici ti scaldano ti rincuorano ti parlano ti ascoltano Un amico ti rompe le scatole tante volte! E proprio per questo gli vuoi bene anche di più E’ un amico quando lo prendi come è Quando lui, o lei, ti prende come sei. E’ bello amarsi nella propria piccolezza Coscienti della nostra infinita fragilità Della nostra pochezza Ma un amico… con un amico si è onesti con un amico non si bara Mai Perché un amico non è mica stupido! Non è amicizia se si pensa di nascondersi di mostrarsi diversi da ciò che si è L’amicizia è amore anche E’ un limite sottile Gli amici veri, le amiche vere le ami Agli amici scrivi fai regali Gli amici li pensi gli amici talvolta li sogni A volte un amico ti accompagna per tutta la vita E’ una presenza costante del tuo percorso A volte, lo incontri per pochi attimi e non lo rivedi mai più Ma tu sai che in quegli attimi il legame è stato totale senza veli né riserve Vi siete conosciuti nel profondo ed è stato amore E anche questo ricordo sarà una presenza costante sul tuo percorso. E riempirà la tua vita di bellezza L’amicizia è gioia Talvolta è dolore A volte è morte, perdita un dolore infinito Perché quando perdi un amico perdi un pezzo di te Una grande ricchezza ti abbandona Ma, come il mare, i sentimenti si portano con sé e li possediamo dentro e li portiamo con noi. Ovunque. A volte l’amicizia fa paura perché amare fa paura Ma tu ama, Adelina mia cara Ama senza riserve Ama le persone belle le persone vere che nella loro infinita piccolezza sono meravigliosamente grandi Non temere i sentimenti non temere neppure i tradimenti le aspettative deluse le amarezze Poiché ciò che vivi oggi per sempre resterà con te E dona la tua amicizia a cuore aperto Poiché grande sarà la tua allegria se avrai amici in ogni dove” |
7. ADELINA E LA GIUSTIZIA Adelina quel giorno aveva discusso con il suo amico Marco. Tante volte non si trovavano d’accordo e facevano lunghe, interminabili discussioni. E ognuno dei due, talvolta, si arrabbiava. “Nonno, nonno dimmi ! Che cos’è la giustizia? Cosa è giusto e cosa non lo è? Chi è che lo decide?!” “Oh oh! – disse nonno Alfredo – siamo sul difficile oggi con le domande! Quante persone se lo chiedano, tu non hai idea Come si vorrebbe saperlo! Quanto si pagherebbe a volte per sapere cosa è bene, cosa fare e cosa non fare. Come vorremmo a volte che qualcuno ci svelasse una verità, invece di lasciarci la libertà di scelta! E invece è così. Non c’è qualcosa di “certamente giusto” o qualcosa di “certamente sbagliato”. Dipende sempre da una marea di cose di fattori. Dipende dallo spazio dal tempo. Ciò che è buono oggi qui domani non lo sarà più e non lo è neppure oggi, se vai da un’altra parte! Generalmente, si identifica la giustizia con la legge. Non sono proprio la stessa cosa ma la legge, almeno, è un punto di riferimento. Ma le leggi sai, sono così strane persino buffe! Pensa: ci sono posti dove la gente può fumare dove vuole anche nei cinema, negli autobus, dove ci sono dei bambini. E ci sono paesi dove non si fuma neppure nei giardini pubblici. Paesi dove puoi andare in minigonna Paesi dove devi coprirti dai capelli alle caviglie Paesi dove tutti masticano droga Paesi dove vai in carcere se solo ne fumi un po’ Paesi dove non puoi uccidere Paesi in cui è lo stato che uccide La giustizia, o meglio l’idea della giustizia cambia Come cambiano gli abiti le tradizioni i modi di mangiare Un tempo era giusto lo schiavismo oggi, per fortuna, non lo è più Un tempo era giusto che vi fossero i servi e i padroni. Oggi, per fortuna, non lo è più Ciò non significa che schiavi e servi non ve ne siano più Perché succede così, cara Adelina. Che non si parla neppure di giustizia ma di idea della giustizia Ciò che poi realmente avviene… e chi lo sa!? Vedi perché la legge e la giustizia non sono mai la stessa cosa. Non vi sono, piccola mia cose giuste e cose sbagliate e soprattutto non vi è nessuno che lo decide Esiste solo la sincerità Il guardarsi dentro facendo silenzio ascoltandosi senza ipocrisia Per cercare di capire o di sentire ciò che è una cosa buona per gli altri e per te e ciò che non è una cosa buona Purtroppo è qualcosa che non si fa quasi mai Nessuno si ascolta Per davvero Nessuno si guarda dentro con calma in silenzio Per questo c’è tutta questa confusione e non c’è giustizia Non avere fretta di definire mia cara Non pensare che vi siano regole Esiste il nostro percepire che può essere buono o malvagio sincero o falso Ascolta il tuo cuore segui ciò che ti sussurra vai dove ti indica Non potrai evitare le cadute e gli inciampi Ma la felicità sarà con te perché seguirai ciò che è bene” |
8. ADELINA E LA FELICITA' E poi un giorno Adelina si sentiva molto contenta senza sapere perché Fu perciò che chiese al nonno “Nonno, che cos’è la felicità? Cosa vuol dire essere felici?” E nonno Alfredo, con aria affranta, portò le mani alla barba e alla pipa. “Piccola, piccola mia stupenda nipote dalle mille e una domande! Ma come vuoi che faccia io, umile vecchio, a spiegarti LA FELICITA’ !? Tu mi metti in imbarazzo!” Adelina rise di gusto, e corse a mettersi in una delle sue posizioni preferite. Tutta rannicchiata, sulle gambe del nonno, appoggiata a lui Le mani a rovistare nella folta barba E rideva E così, sedotto il nonno anche quella volta Il racconto, anche quel giorno, cominciò. “Ma sì, sì lo so bene cos’è la felicità Questa è la felicità! E’ starsene così, su questa magnifica poltrona, con una splendida nipote tra le braccia. E cos’altro ? La felicità è amare cara Adelina. Amare. E niente altro. Ci sono così tante cose da amare in questo mondo assurdo pazzo caotico Ce ne sono così tante che quasi la nostra energia non basta Si può scoppiare, sai, di felicità! Certo! Ce ne sono così tante che quasi una sola vita non basta. Perché non si finisce mai di amare. Di stupirsi Di scoprire nuovi oggetti da amare E nuove felicità La felicità è quando siedi su una panchina e c’è il sole che ti scalda e il silenzio intorno a te e un prato e un albero La felicità è quando aspetti un aereo e sei carico di tensioni per vivere una nuova avventura una nuova scoperta Felicità è quando parti Felicità è quando approdi Felicità è incontrare gli amici Felicità è pensarli da lontano scrivere a chi si ama E’
un bambino che gioca tra i
campi pascolando le sue capre E’
una madre che dà la vita E’ leggere un libro nella solitudine della tua pace che nessuno può violare E’
sentire una musica
stupenda che ti scalda il cuore E ti aiuta ad amare amare di più Felicità è andare in giro con una macchina fotografica fermarsi su tutto ciò che colpisce osservare assorbire Le cose, i gesti, i volti, i colori Felicità è ricordare passare nella mente le immagini le persone le voci gli odori gli attimi E ricordare ciò che è stato ciò che si è amato Anche se non c’è più Felicità è la nostalgia Il dolore profondo per ciò che è scomparso Ma che amiamo ancora Sì, anche il dolore, è parte della felicità Devi saper amare sapendo che non possiedi nulla E questo, questo è qualcosa che fa male Eppure, questa è la felicità La tua capacità di vedere, di sentire Di prendere tutto Di dare tutto. Per arricchire questo guazzabuglio che chiamiamo terra sul quale siamo stati catapultati. La felicità è ovunque cara Adelina poiché può essere solo dentro di te E dentro di te può crescere e scoppiare!”. |
9. ADELINA E LA REALTA' E poi un giorno Adelina chiese al nonno “nonno, che cos’è la realtà?” Nonno Alfredo inghiottì ancora una volta lo stupore che questa nipote dagli occhi assenti e dalla mente infinita gli procurava giornalmente “La realtà? Oh, la realtà Adelina è una grande chimera un miraggio! Chi ha gli occhi per vedere crede di vedere la realtà Ma non è che un inganno Le realtà sono mille diecimila, milioni E sono tutte vere Sono tutte vere! Meravigliose, atroci Sublimi, infernali Lussuose, miserabili Indifferenti, militanti Spirituali, atee Artistiche, scientifiche ... e l’elenco potrebbe continuare all’infinito... Se cerchi la realtà piccola mia cercherai invano Non potrai trovarne che una qualsiasi E forse solo per dei momenti per poi trovarne altre Ciascuno di noi ha la propria il proprio mondo A volte quasi una nicchia da cui altre realtà non si percepiscono neppure Voglio leggerti un libro Adelina non te l’ho mai mostrato Lo scrisse una mia amica, tanti anni fa Eravamo in Madagascar un paese stupendo ed era la stagione delle piogge Quante piogge! Ma poi finirono e il cielo divenne azzurrissimo per giorni e giorni Era un’amica un po’ girovaga che si divertiva a curiosare nelle realtà altrui a scoprire nuovi mondi e amava raccontare storie”. Adelina toccò attentamente il libro Lo annusò come per assorbirlo Aveva capito che per lui era molto caro E andò a sedersi vicino al nonno felice perché amava ascoltare storie. E fu così che della danza della vita il racconto anche quel giorno cominciò. |
© Silvia Montevecchi