"DIARIO DI VIAGGIO A SUD" Settembre - ottobre 2004 testo e foto di Silvia Montevecchi E' settembre 2004. Precisamente mercoledì 29. La sera prima abbiamo saputo della liberazione delle "due Simone" sequestrate in Iraq, e questo ci ha resi tutti un po' più felici. Arrivata in ufficio, apprendo anche che gli attesi soldi dall'Italia sono arrivati finalmente in banca, e così prima di partire per Bekamba possiamo andare a fare gli acquisti necessari, per il materiale da distribuire ai bambini con la ripresa dell'anno scolastico. Due grandi notizie in un colpo solo! Olivier ed io esultiamo, e come avviene in questi casi, diciamo che "oggi è Natale!". Passiamo 3 ore al mercato di N'Djamena per cercare i libri di matematica in un vero e proprio delirio! Mano a mano che i commercianti si spargono la voce, arrivano alla spicciolata con borse e scatoloni. Chi ne ha 10, chi 30, chi 50. Impossibile tenere il conto! E infatti dopo un po' mi incasino, ma non importa. L'importante è che recuperiamo più libri possibile per i bambini. In realtà poi riusciamo a recuperarne un numero inferiore al previsto, ma chiediamo che ce li facciano avere tra una decina di giorni. Così, con la macchina piena dei libri e del materiale didattico per i maestri, cominciamo il 3° lungo viaggio (700 km circa) per il Moyen Chari, una delle regioni del Ciad meridionale. Verde e soggetta a grandi piogge. La strada è asfaltata per la maggior parte, fino alla città di Mundu, ma anche nel tratto asfaltato vi sono spesso buche e sconnessioni. Si va piano. Il viaggio dura almeno due giorni. Miglio e sorgo sono ormai maturi. Laddove i contadini hanno già raccolto i prodotti della terra, alcuni hanno già cominciato la semina del berberé: un cereale per la stagione secca. Una volta seminato, "fa tutto da solo". Verrà raccolto a gennaio.
spighe di sorgo
Spighe di miglio Dopo N'Djamena, la prima città che si incontra è quella di Bongor. Normalmente ci si arriva dopo tre ore di auto. Ma questa volta... foriamo una gomma! E così ci arriviamo un bel po' dopo.
Nuvole minacciose mentre cambiamo la ruota...
Finalmente arriviamo al villaggio di Guelendeng, dove ci fermiamo a riparare la gomma.
Mentre il gommista è all'opera, noi ci facciamo una birra. Questo signore non so chi è chi è, ma mi chiede una foto. Classico: quando cerco di fare foto la gente mi guarda malissimo. Quando la gente mi vede in giro con la macchina al braccio senza fotografare nulla... allora qualcuno mi chiede di essere ripreso!
Stessa cosa per questi signori, che mi fermano per strada per avere uno scatto.
Riparato il mezzo. Il viaggio può ricominciare. Ecco come si trasformano le pianure alluvionali, durante la stagione delle piogge. I campi diventano luoghi ricchi di pesce. E' una festa per tutti.
Passiamo la notte a Bongor (altra cittadina del progetto-scuole). Dormo dalle suore (due polacche e una coreana), e la mattina visito i missionari saveriani, che tra l'altro mi aiutano a sbrigare le pratiche per rinnovare il visto. Quindi ripartiamo per Bekamba portando con noi Isac, l'animatore pedagogico di qui, per uno scambio con i suoi omologhi del sud. (Gli scambi tra i diversi centri fanno parte del progetto).
Ci fermiamo a Mundu per un attimo di relax, e saluto il collega di Coopi (l'ong con cui ho lavorato in Somalia e Sierra Leone, che qui in Ciad ha diversi progetti, tra i quali anche l'emergenza per i profughi del Darfur, all'estremo est del paese, 2000 km da N'Djamena). Riprendiamo la strada, che da qui in avanti sarà tutta sterrata.
Nella zona di Doba, passiamo molti villaggi in cui si tengono le danze dei giovani iniziati. Tanta gente in cerchio, sotto alberi immensi, e i giovani tutti vestiti di foglie. Sono estremamente affascinanti! E vorrei tanto potermi fermare a guardare. Ma l'autista (che è originario di questa zona, e per lui queste cose sacre) si affretta a dirmi che "Non si può!". Soprattutto, mi spiega, lui uomo, non potrebbe mai portare lì a vedere quelle cose, una donna, e per di più una straniera. I riti di iniziazione qui sono sacri e segreti. Un tabù. Non se ne parla neppure. Nel pomeriggio del secondo giorno di viaggio, senza altri intoppi e senza pioggia, arriviamo a Bekamba, dove ci accoglie p. Corti, e subito scarichiamo il materiale didattico acquistato. Informazione "per la cronaca": p. Corrado Corti, è fratello del dott. Piero Corti, abbastanza noto tra i cooperanti medici italiani, per avere passato la sua vita insieme alla moglie chirurgo, nell'ospedale di Gulu, in Nord Uganda, che visitai nel 1984. Mi ha fatto dunque piacere trovarmi qui con p. Corrado, e penso alla strana coincidenza che mi fa incontrare negli anni e in luoghi diversi persone che hanno a che fare con quel lontano viaggio. In Sierra Leone - nel '99 - ho conosciuto Michel Arseneault, di cui sono rimasta grande amica, giornalista autore del libro-biografia su Lucille Corti, la moglie canadese di Piero, morta di Aids preso in sala operatoria. Dal libro di Michel "Un sogno per la vita" (ed. Paoline) è stato tratto un film per la Rai, dallo stesso titolo, interpretato da Massimo Ghini. I coniugi Corti sono ormai entrambi scomparsi, ma resta la figlia - medico - ad occuparsi della loro eredità materiale e spirituale, tramite una fondazione. Per saperne di più vai a www.lhospital.com (...mi pare).
P. Corrado Corti. I libri e il materiale didattico da scaricare. Poi ci mettiamo subito al lavoro: dobbiamo finire in fretta un piccolo libretto, sperimentale, per la didattica della storia. Ecco (foto sotto) il giovane collaboratore Olivier nella sala "polivalente" della missione (nel senso che ci facciamo tutto: pranzi, cene, riunioni, ufficio, biblioteca...).
Padre Corrado mi fotografa davanti ai suoi fiori, per i quali è molto orgoglioso e contento. Circa 50 maestri di scuole comunitarie partecipano al corso di formazione che ha luogo dal 27 settembre al 2 ottobre, dalle 7.30 di mattina alle 18 della sera. Il corso è organizzato dai 2 animatori delle scuole, Gotiram e Joachin, e con la partecipazione del Parset (Proget d'appuis à la réforme du sistème ed l'éducation au Tchad, che è finanziato da IDA, agenzia delle Nazioni Unite/Banca Mondiale). Il nostro progetto dà il suo contributo economico e didattico, e prepara le successive sessioni di formazione, progressive.
Il corso si tiene in un locale della missione. Per tutta la settimana i maestri, che provengono da villaggi distanti tra loro, alloggiano qui. Delle donne della parrocchia preparano i pasti quotidiani. In particolare, qui sotto, è la macinazione del miglio, al paiolo. Lavoro faticosissimo! Una volta macinato e filtrato, con il miglio si fa la "boulle", una polenta che è il piatto principale in Ciad, e che viene consumata con salse diverse, di verdura, pesce, o carne.
Il verde della missione, e i meravigliosi frutti di pomme-cannelle.
Eccomi in mezzo a un verde che è ...meravigliosamente più grande di me! Con questo giro a Bekamba, tra le tante cose interessanti, conosco la fantastica Maguì (Marguerite), la cui storia suggerisco di approfondire cliccando qui Nell'ultimo giorno di permanenza a Bekamba, grazie alla macchina di padre Corti per la stampa, riusciamo a preparare 1450 copie di un piccolo libretto che servirà per preparare i bambini all'apprendimento della storia (materia qui praticamente inesistente, perché non esistono libri di storia). Lunedì 4 ottobre lasciamo Bekamba per andare nella città di Sarh, la più meridionale del paese. Il diario di questo viaggio per ora si ferma qui... anche se non si ferma il viaggio!
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© SILVIA MONTEVECCHI