Attività alla scuola dell'infanzia Panzini. Una scuola multietnica!

 

Il Pilastro

 

 

Quartiere famoso, anche oltre i confini bolognesi. Non perché vi sia nato qualche personaggio illustre. O perché vi sia avvenuto  alcunché di meraviglioso. Al contrario.

Sorto come quartiere ghetto negli anni '60, oltre il "confine" cittadino dato dalla tangenziale, che allora risultava veramente "lontana", questo quartiere suonava anni addietro come il bronx del capoluogo emiliano. Come dire "se ci entri, non sai come ne esci". Zona malfamata, luogo di miti e leggende della malvivenza bolognese. Anfratto di quelli in cui i più cercano di non sostare, anzi possibilmente neppure di passarci.

Successivamente ancor più famoso, per via di un tristissimo, cruento episodio: l'omicidio di tre giovani carabinieri, per mano di quella conosciuta come la "banda della uno bianca", che ha seminato stragi per alcuni anni in tutta la città.

Palazzi tra i più angosciati e angoscianti della moderna architettura urbana, fatti con i fondi delle "case popolari", apposta per ospitare chi aveva problemi, di qualunque tipo. E tali rimasti. Non vi erano servizi sociali, giardini, solo un ammasso di terre ammucchiate e incolte.

Negli anni, si è riusciti faticosamente a recuperare. Purtroppo la sua fama non l'ha persa completamente. Gli stereotipi, una volta affermatisi, sono duri a morire. E' vero che rimane un quartiere con tante difficoltà, perché abitato da quella che non è certo la fascia più ricca e abbiente della società contemporanea. Ma è un quartiere pieno di verde, silenzioso, in cui le terre incolte hanno fatto spazio a panchine e margherite. Dove le case coloniche sono state restaurate, dove vi sono gli orti coltivati dagli anziani, scuole per ogni fascia di età, la biblioteca, le banche, il centro commerciale, la posta, una grande chiesa, un centro sociale, il centro accoglienza stranieri e rom, ... Dove a  volte si sono tenuti bellissimi concerti, sotto le stelle, e dove ogni anno si commemora il carabiniere caduto.

In questo quartiere, tra bambini di paesi diversissimi, ho l'occasione (o dovrei dire la fortuna) di lavorare negli anni scolastici tra il 2002 e il 2004, come insegnante di sostegno alla scuola materna. Ho colleghe molto in gamba, che credono nella scuola pubblica di qualità, e si spendono per dare ai bambini, a TUTTI i bambini, un'infanzia ricca di strumenti e di esperienze.

Perché questo è per noi il senso della giustizia e del diritto: dare di più, a chi ha meno.

Queste pagine vogliono essere un piccolo ricordo fra le tante attività che abbiamo fatto.

La scuola dell'infanzia Panzini

    

www.silvamontevecchi.it

blog di PEDAGOGIE