SIERRA LEONE 1999. L'Unicef - Freetown dà il via ad un progetto di emergenza, per accogliere i bambini che vengono rilasciati dalle forze in guerra, dopo essere stati rapiti e costretti a diventare criminali. Lavoro solo pochi mesi in questo bellissimo paese, ma sono sicuramente mesi sconvolgenti. La violenza conosciuta raggiunge immagini inenarrabili. Per la prima volta conosco la paura. Quando tornerò a casa, non sarò più la stessa di prima. L'abisso conosciuto è profondissimo. Il progetto prevede l'accoglienza dei bambini e ragazzi in centri di recupero che per molti mesi saranno in collaborazione con i missionari saveriani (nella foto, il centro di Lakka). In particolare mi trovo molto bene a lavorare con p. Chema, spagnolo, avvocato, specializzato in diritti umani. Mi piace molto quando riesco a dormire nel centro di Lakka. Un posto meraviglioso, in riva all'oceano. Con questi ragazzi che hanno addosso tutta la miseria del mondo, e che ti accolgono e ti cercano, "...come un ragazzo insegue un aquilone". Anche l'esperienza sierraleonese, come quella somala e quella burundese, è dettagliatamente raccontata, nei suoi aspetti umani e professionali, nel libro "Vite sospese. Con i bambini di paesi africani in guerra". Emi, 2002.
Segue una serie di DISEGNI dei BAMBINI DI LAKKA che mi furono gentilmenti offerti da Coopi di Milano. Come si vede, ritraggono soprattutto armi, lotte corpo a corpo, case bombardate, fiamme.
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© Silvia Montevecchi