Luxor, oggi. Ieri: la città di Tebe. I Templi di Karnak. Nella foto è Mina, egiziano di Luxor, che viene a prenderci al battello per farci da guida. E' molto simpatico, e si fa perdonare un francese un po' terrificante! Scopro così che in arabo non esiste la lettera P, e imparare a dirla quindi è davvero difficile. Occorrono anni di sforzo! Così, tutte le parole con la P .. in Mina diventano più o meno con la B. ..basta saperlo...! Mina ci porta a visitare i templi e le necropoli. Tutta la parte vitale della città è posizionata sulla riva est del Nilo, ovvero dalla parte da cui nasce il Sole, elemento centrale dell'affascinante cosmogonia egizia. Nella riva ovest sono pertanto, invece, le necropoli, le grandi tombe di re e regine. In tutti i luoghi che visitiamo ci sono folti gruppi di turisti, ma Mina dice che sono molto meno rispetto alla media del periodo, perché anche qui si fa sentire la crisi globale. Infatti sono molti i battelli fermi, per esempio. Ogni gruppo ha la propria guida, e si sentono guide turistiche che parlano benissimo le lingue più disparate: italiano, spagnolo, tedesco, russo, giapponese... Per fare questo mestiere, devono fare la facoltà di turismo di 4 anni, che c'è sia al Cairo che ad Asswan, e nel corso di laurea scelgono anche la lingua straniera con cui vorranno poi lavorare. Finito il corso di studi, ottengo un brevetto, la tessera che devono mostrare nei luoghi in cui accompagnano i clienti. Ogni guida a un numero. Mina ci mostra che, solo per Luxor, sono oltre 2000. Lui infatti ha una tessera oltre il 1400. Il lungo viale di sfingi, che un tempo si congiungeva con in templi di Luxor, a 2 km. Oggi buona parte del viale è sommersa dalla città moderna, ma poco a poco il governo si impadronisce di nuovi pezzi di terra costruita, per continuare gli scavi. Il turismo è una risorsa enorme e fondamentale per l'Egitto, per questo è un'industria curata nei minimi dettagli, dal punto di vista della sicurezza, degli investimenti, della tutela culturale. Le mura e i piloni d'ingresso. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare al nostro occhio, queste mura sono l'ultima parte della costruzione, la più recente. Questi templi infatti, nascono dal nucleo centrale, le prime cappelle, costruite da un re. Poi via via i re / regine successivi aggiungono altri pezzi, altre cappelle, cortili, zone per il sacrificio, sculture, obelischi, laghi sacri... e il tempio diventa sempre più esteso. Ciascuno deve ingraziarsi gli dei, e mostrare al popolo il proprio potere.
Nella cosmogonia egizia gli dei erano percepiti come esseri terreni, e sessuati. I luoghi a loro dedicati quindi sono concepiti per la triade familiare: padre, madre, figlio. Quella di Karnak è la triade di Tebe, composta da Amon, dio del Sole, la sua sposa Mut, dea della saggezza, e il figlio Konsu, dio della luna. I templi prevedono quindi sempre tre cappelle disposte una vicina all'altra, dedicata a ciascuno dei tre elementi della triade. Restiamo due giorni in compagnia di Mina, tra Luxor e Kom Ombo, e la sua conoscenza della storia e arte egizie ci porta all'affascinante incontro con la decifrazione di questi antichi murales: incrocio tra affreschi religiosi, feuilletons, fumetti e soap opera...! Da queste incisioni emerge tutto: la storia, le credenze religiose, e giochi politici, la concezione dell'amore e dei rapporti uomo-donna, almeno tra i ricchi e i potenti.
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