La città più sacra. La città per morire. Per un motivo che non so, provo un amore profondo, irrinunciabile, per i grandi fiumi. Tanto ho scritto nelle mie pagine dal Ciad, a proposito del lento scorrere dello Chari e del Logone. Rimanevo incantata dalle luci, dai ritmi, dal lento andare dei pescatori sulle loro piroghe... Ed ora, eccomi ad un nuovo incontro con acque potenti ed epiche. Qui - nel sacro Gange - la storia, la fede, il rito, il mito, si intrecciano,per dare forma ai bisogni più radicati dell'essere umano. Il bisogno dell'eternità, della preghiera, della purificazione, del ringraziamento.
Abluzioni regolari la mattina all'alba, e la sera al tramonto. Il fumo in lontananza: un corpo che viene cremato, tra musiche e canti.
A sera, le preghiere di ringraziamento dei bramini. ...I turisti se ne sono andati. E mi chiedo perché. E' il momento più bello.
La mattina, presto, migliaia di persone si riversano nel fiume. Nelle strade intorno, è tutto un fermento.
Gli indiani non se la prendono... della presenza di centinaia di guardoni!
©SilviaMontevecchi |