Scuola Materna Panzini. Bologna.
Laborario interculturale di musica, realizzato dall'associazione Ivan Illich
Formatrice Linda Tesauro
Premessa.
Il laboratorio musicale quest'anno è stato studiato con l'intento di creare una coerenza pedagogica con il percorso cultural-geografico del progetto "La stanza nel mondo". Gli incontri di educazione al suono, che utilizzano diversi strumenti, musiche e anche racconti, seguono quindi la stessa distinzione come "viaggio" in tre paesi. Marocco, Bangladesh, e Balcani. Ovvero i paesi di maggiore provenienza dei bimbi dellascuola.
In Marocco
I Incontro
Per affrontare il viaggio in Marocco costruiamo "il tappeto volante".
- presentazione del canto “ja Kyata”: modalità proposta risposta conduttore - gruppo; attraverso la distribuzione dei nastri colorati proposta risposta conduttore – singolo.
- Danza dei fili con musica registrata (stesso canto proposto precedentemente)
- In cerchio si intrecciano i fili e si ascolta il suono dei fili che scorrono; si prova a fare la stessa cosa con le voci, suoni che si intrecciano – sovrapposizione casuale di suoni che cambiano.
- Presentazione delle Karquabbat (nacchere metalliche): nel deserto c’è silenzio perché c’è uno strano animale che nessuno ha mai visto che mangia i suoni. Nel silenzio si sente solo il suono dei suoi denti che sbattono; I bambini provano a fare ritmi battendo le mani il conduttore li ripete con le nacchere “mangiandoli”; a turno con delle nacchere più piccole i bambini inventano conversazioni con il conduttore che maneggia la nacchera grande
- Costruzione delle nacchere con tappi di conserva
- Gioco delle bolle di sapone che come i suoni viaggiano nell’aria e vengono mangiate dai bambini che maneggiano le nacchere autocostruite.
II incontro
Gayma bambola di pioggia
In marocco per chiamare la pioggia si costruisce un fantoccio (come uno spaventapasseri) e lo si porta in giro cantando e ballando
- Presentazione del canto di invocazione della pioggia: Il fantoccio dice all’orecchio del conduttore pezzi del canto il conduttore li propone ai bambini che ripetono; Poi il fantoccio chiede di ascoltare i bambini uno alla volta.
Non basta questo per far piovere, bisogna anche danzare
- Danza con passaggio del fantoccio sulla stessa musica del canto
Non basta ancora
- Costruzione di maracas con palline di natale, bastoncini di bambù e semi all’interno, decorando questa base si può ottenere un fantoccio simile a Gayma che però ha nella testa il suono della pioggia.
- Conduzione sul tema della tempesta di pioggia con gli strumenti costruiti.
Ancora non piove, gayma è un imbroglione! Ma ecco che ci dice ancora qualcosa all’orecchio: dice che in bagno sta piovendo!
- Creazione della pioggia con sacchetti pieni d’acqua bucati che ricadono sopra teglie di alluminio
III incontro
Tema: le tradizioni musicali del mondo presentano oltre che specificità anche vistose analogie.
La luna viene presa come simbolo di qualcosa che è visibile nei cieli notturni di ogni paese. Si racconta che la luna abbia un bambino: quando il bambino dorme bene la luna è piena; quando piange lei si fa culla e canta per farlo dormire.
- Presentazione di una ninna nanna italiana (testo inventato su musica di una ninna nanna marocchina); coppie mamma/ bambino ripetizione del canto con azione del cullare.
- Ripresentazione del canto in lingua originale partendo dall’ostinato “Nini a mumu” (dormi bambino)
Presentazione del tamburo a cornice con corde applicate nel retro (immagine della luna)
- Impariamo a riprodurre i due suoni base della tecnica percussiva marocchina (DUM e TEK)
Gioco dell’incantatore di serpenti
- con l’aiuto di un attrezzo da motoria trovato sul posto simuliamo una cesta dove i bambini entrano fingendosi serpenti da addestrare; l’operatore incantatore servendosi di un kazoo suggerisce con l’intonazione della voce i movimenti che il serpente deve eseguire; alla fine, per premio gli consegna un kazoo e i due ingaggiano un dialogo sonoro.
Salutiamo il marocco
- ascolto di un brano originale in cui riconosciamo gli strumenti che abbiamo scoperto durante il viaggio
- danza libera sullo stesso brano battendo mani e piedi
- conduzione “I suoni del marocco” (nacchere metalliche, tamburo a cornice, kazoo, clapping)
In Bangladesh
L’area del Bangladesh ha presentato notevoli difficoltà principalmente per la scarsità di fonti originali disponibili. Si è deciso quindi di allargare l’orizzonte territoriale e di affrontare la tradizione musicale indiana che presenta vistose analogie con le usanze del Bangladesh. Comune è l’idea di musica come teatro totale, che comprende la parola cantata, la musica strumentale e soprattutto la danza come elementi di narrazione di storie epiche o mitologiche.
Shiva crea il mondo cantando e danzando. Partendo da questo
stimolo abbiamo sviluppato il racconto di questa creazione trattando diversi
aspetti della tradizione musicale indiana.
I Incontro
All’inizio non c’era nulla. C’era solo buio e Shiva, che si annoiava tantissimo. Shiva allora decide di creare le cose del mondo, ma non avendo nulla a disposizione tranne se stesso decide di trovare all’interno del suo corpo ciò che gli serve:
- Presentazione di una delle tante scale indiane (raga) collegando ogni suono al punto del corpo in cui risuona: SA (plesso solare) RE (petto) GA (gola) MA (dentro la bocca) PA (sulle labbra) DA (esce fuori dai denti) NI (sale dal setto nasale)
Dopo aver tirato fuori le cose del mondo dal suo corpo Shiva vuole metterle in ordine: le cose leggere andranno in alto e quelle pesanti in basso.
- Ripetizione della scala ascendente per le cose che si sistemano in alto (il cielo, le stelle, il sole, la luna,...) e la scala in senso discendente per le cose che si sistemano in basso( la terra, il mare, gli alberi, gli animali,...) utilizzando un largo telo rotondo (paracadute da psico motoria) per visualizzare il movimento.
- Con gli strumenti: ogni elemento naturale ha un suono. Riconoscimento e attribuzione. Composizione empirica di gruppo e conduzione. Per l’occasione presentazione di tre tamburi della tradizione indiana: tamburo a cornice (confronto con analogo tamburo già incontrato durante gli incontri sul marocco); due tamburi a due facce (mridangam).
Shiva però si annoia tutto solo in un giardino tanto bello allora decide di prendere terra e acqua e impastare una creatura che gli somigli un pò con cui chiacchierare:
- Danza della creazione. A coppie uno impersona shiva, l’altro la sua creatura. Si “sbozza” il corpo del compagno come se fosse di creta disegnando il contorno, segnando braccia, gambe, tronco, e lineamenti del viso. Poi si invita a ballare la propria creatura.
II Incontro
Per ricordare la storia di Shiva, loro creatore, gli uomini danno delle grandi feste in cui cantano e danzano:
- Ascolto di una danza cantata della tradizione indiana (danza di ingresso “Alarippu”)
- Estrapolazione delle sillabe non-sense su cui è costruito il cantato e riproduzione vocale delle varianti ritmiche (tham thi tha / thai tha thai)
Oltre a saper cantare per partecipare alla grande festa occorre saper danzare in modo appropriato. Dalla visione di alcune immagini notiamo le strane posizioni delle mani assunte dai danzatori oltre alla mimica espressiva. Si spiega ai bambini che le mani “raccontano” le storie di Shiva.
- Invenzione di gesti delle mani che suggeriscano le immagini della storia (il sole, la luna, gli alberi, il mare, i fiumi, gli uccelli, ...)
- Riproduzione della danza appena ascoltata con sequenza di gesti delle mani.
Dalle immagini notiamo anche che i ballerini portano ai piedi degli strani bracciali...
- presentazione di una cavigliera indiana: i bambini a turno la provano inventando strane camminate per mettere in vibrazione i sonagli
- Costruzione di cavigliere personali con tappi di birra chiusi a capsula all’interno della quale si posiziona un seme di granturco.
- Riproduzione della danza con cavigliera e gesti delle mani.
Notiamo che nella registrazione si sente il suono di uno strano strumento a corde mai visto (sitar)
- Presentazione di uno strumento indiano (ektara), un monocordo di facile utilizzo che riproduce in maniera rudimentale la stessa “impressione” sonora del sitar.
Nei Balcani
Anche quest'area geografica presenta numerose difficoltà e complicazioni. In primo luogo il repertorio vocale, che costituisce una grande parte del patrimonio musicale è di difficile intonazione anche per un adulto addestrato, riposando d’altronde su principi affini alla vocalità orientale. Anche qui si è tentato di ovviare al problema attingendo dalla tradizione dell’intero est europeo e in particolare alle ricerche effettuate all’inizio del ‘900 dal compositore ungherese Béla Bartok.
Dal punto di vista strumentale le cose non sono molto diverse. L’impiego di strumenti a fiato, in particolare di ottoni, ha posto il problema della capacità di emissione sonora attraverso il fiato, cosa non facile per bambini di scuola materna.
Il tema degli incontri è stata la festa di matrimonio, occasione in cui si scatena la musicalità tipica dell’area dei balcani. La buona riuscita di una festa di matrimonio dipende in gran parte dalla qualità dei musicisti chiamati a parteciparvi. Una particolarità: queste fanfare vengono utilizzate non solo per i matrimoni ma anche per i funerali che richiedono anche essi un adeguato commento sonoro. Lungi dall’essere però musiche tristi, questo repertorio per funerali è spesso formato da brani molto vivaci in accelerando e l’intero corteo, compresi i portatori della cassa, partecipano al montare progressivo di queste musiche con un passo saltato e sempre più veloce.
I Incontro
In una città di nome Split (Spalato) vivono due giovani, Vesna e Velimir: Velimir ha visto Vesna e si è subito innamorato ma non sa come dirglielo perché è troppo timido. Va allora dalla sua vecchia nonna rumena molto saggia. Lei gli consiglia di andare sotto il balcone di Vesna con i suoi amici e di cantarle una bella serenata, se lei si affaccia vuol dire che ha accettato il suo amore.
-
Presentazione del canto :
Hej tu
mandrioul’e
Hej
tu mandrioul’e
Nu t’e tare scutura
Nu t’e tare scutura
Ca est’i galban ca ceara
Ca est’i galban ca ceara
Nu t’e tare sgatai
Nu t’e tare sgatai
Tralla lalla lalla là
Tralla lalla lalla là
(Grido intonato
e ritmico)
Attività: due gruppi maschi/ femmine. Con i cuscinoni per la motoria trovati a scuola costruiamo una specie di balcone. Da una parte stanno le bambine, dall’altra i bambini. L’operatore canta la strofa. Uno dei bambini “chiama” la sua bella intonando il trallalllà; la bambina che “accetta” gli risponde ad eco. Formate tutte le coppie Vesna/Velimir si ricanta la canzone in girotondo concludendo con il grido intonato.
Adesso i due sono promessi sposi e bisogna preparare la festa di matrimonio. La nonna penserà al banchetto di nozze. Davanti alla sua casa c’è un laghetto pieno di papere...
- Ascolto di un brano tradizionale suonato con due sopila (flauti verticali in legno d’olivo) che ricordano il suono delle papere. I bambini mimano il risveglio delle papere e il loro scorazzare nell’acqua.
- Distribuzione di alcune trombette di carnevale e riproduzione della scena suonando.
Cominciano ad arrivare i musicisti: il primo a presentarsi è Yuri, vecchio suonatore di fisarmonica...Yuri è così vecchio che ha bisogno dell’aiuto dei bambini per mettere in funzione il pesante mantice
- Presentazione dello strumento: i bambini a coppie tirano e spingono il mantice mentre l’operatore suona una melodia balcanica sulla tastiera dello strumento.
A questo punto la nonna arriva disperata perchè ha dovuto tirare il collo alla sua papera preferita per il banchetto di nozze. Allora pretende che le sia offerto un degno funerale. Ma mentre il corteo si mette in cammino ci si accorge che la papera non è morta e che si muove freneticamente
- L’operatore suona con la fisarmonica la melodia di un brano da funerale bosniaco. I bambini trasportano un cuscinone con un semplice passo di marcia. All’accelerare della musica il passo diventa sempre più veloce e scomposto fino al tonfo finale. La papera è tornata viva e vegeta nel suo stagno. Si mangerà qualcos’altro, con soddisfazione della nonna!
II incontro
E’ la mattina delle nozze. Dalla collina arrivano gli altri suonatori amici di Yuri...
- Ascolto danzato di Kalasnik’ov di Goran Bregovic: i bambini sono sdraiati a terra, dormienti. Le luci sono spente. Si sente in lontananza un assolo di tromba. I bambini al richiamo si alzano stiracchiandosi. Quando la musica esplode tutti si mettono a correre e saltare in mille direzioni. Agli stop della musica ci si ferma confusi: “dove dovevo andare? cosa dovevo fare? che confusione! quante cose da organizzare per la festa!”fino all’ultimo stop, un tonfo esausto per terra.
- In cerchio si cerca di capire qual’è lo strumento che ci ha “svegliato” riascoltando l’inizio del brano. Una volta individuato (la tromba, un tubo attorcigliato che finisce a campana, con tre “bottoni” e un bocchino dove si fanno “pernacchie”) si disegna su un foglio.
Ma ecco che arriva qualcun’altro che suona...
-
Ascolto di “Dance of maramaros” per due violini op. 32 di B.
Bartok. Ci chiediamo: Quanti sono a suonare? Cosa stanno suonando? Abbiamo mai
sentito questa musica? I bambini riscoprono nella composizione il motivo della
serenata che la nonna ha insegnato a Velimir. Il brano, anche se appartiene alla
tradizione classica, è stato
infatti costruito sul tema di Hej tu mandrioul’e
- Riesposizione del canto ascoltato nell’incontro precedente
A questo punto siamo pronti per celebrare le nozze.
- Terza versione dello stesso tema popolare precedente suonato dal gruppo Muzikas: con una grande zanzariera rotonda vestiamo la maestra da sposa. Formiamo due gruppi: i bambini si prendono per le spalle e eseguono un passo saltato; le bambine si prendono per le mani e eseguono un passo strisciato aperto/chiuso. Ci ricongiungiamo tutti attorno al velo della sposa e balliamo tutti insieme per augurarle buona fortuna, mentre il suo Velimir l’aspetta per sposarla...