...Verso il Lago Ciad

 

Dicembre 2004. Solo dopo diversi mesi già in questo paese, ho l'occasione di avvicinarmi alle sponde di questo lago, le cui prime immagini si perdono tra i miei ricordi infantili, alle elementari, quando una maestra facendo geografia ci parlava di questo bacino d'acqua immenso, vecchio di migliaia d'anni, e via via rempicciolitosi, in mezzo alle vastità oceaniche delle sabbie sahariane.

La "mer paléotchadienne", andava dall'attuale confine con la Libia, alle regioni del Ciad meridionale. E secondo gli storici sarebbe da far risalire a quell'epoca buona parte delle diversità culturali che ancora oggi dividono il Ciad in due mondi diversi. A nord di quel mare, le popolazioni del Tibesti, che hanno lasciato fantastici dipinti e incisioni rupestri in innumerevoli grotte, avevano scambi con il nord Africa e i paesi arabi. A sud, si sono sviluppate invece popolazioni dell'Africa centrale. Le prime dedite alla caccia poi all'allevamento di transumanza, le seconde alla caccia e alla raccolta, alla pesca, poi all'agricoltura. Mondi diversi, lingue diverse. Diverse religioni. Diverse tradizioni culturali.

Le acque mano a mano si sono ristrette, e le popolazioni del sud le hanno seguite verso nord, dove si trovano i tanti resti archeologici degli antichi Sao. Le popolazioni del nord le hanno seguite via via verso sud. Tante colonizzazioni. Tanti popoli che si scontrano in maniera più o meno belligerante, con altre etnie, provenienti dall'attuale Nigeria, dal Camerun,... Tanti regni si succedono l'uno all'altro.

Oggi il lago Ciad è molto più piccolo di un tempo, ma resta comunque carico di fascino. Le sue acque si gonfiano e si ritirano secondo le stagioni, lasciando centinaia di metri di un fango prezioso per i contadini.

   

Una buona pesca, prima ... e dopo "il trattamento"!

   

Durante la stagione delle piogge, tutta quest'area è coperta d'acqua.

   

Il lago Ciad segna il confine tra cinque paesi. Per questo, per andarci, noi stranieri dobbiamo chiedere un'autorizzazione (un po' laboriosa) al ministero del turismo. Siccome questa volta non ce l'ho, mi fermo al villaggio, senza fare giri in barca, perché i militari di frontiera potrebbero "rompere". Il nostro amico pescatore, con il suo sorriso dolce, ci aspetterà un'altra volta...

 

   

  

  

Il bazar

   

Il pescatore tesse la sua rete.

   

  

  

La femme aux pasteques

   

 

 

© Silvia Montevecchi