1° gennaio 2005 Anzi, sono le 0.26, quindi è già il 2, del mese del mio compleanno. (Mi stupisco un po' quando penso che ne compio 43). Non riesco a dormire. Come spesso succede, quando va via la luce, uno si dimentica di spegnere l'interruttore. Così capita che se ridanno la corrente nel cuore della notte... viene svegliato di soprassalto dall'illuminarsi del lungo neon! E chi si riaddormenta più?!?! Ecco dunque che vi scrivo con il colore della notte. E non è solo quello della notte che mi tiene sveglia. E' il colore di questa notte planetaria, in cui siamo piombati tutti come si piomba in un incubo, senza riuscire a svegliarsi più. E' stato un anno tra i più terribili che posso ricordare, dei 43 già trascorsi. E non sono pochi. Ma quest'anno, ha messo insieme atrocità terribili, e si chiude con l'Apocalisse. La guerra in Iraq, con la virata verso la strategia dei rapimenti. I tanti ammazzati in diretta, di paesi diversi. I tanti ostaggi. Alcuni momenti di gioia grande, con la liberazione delle due Simone e poi, alla vigilia di Natale, un grande regalo: il rilascio dei due giornalisti francesi, trattenuti da mesi. Abbiamo avuto tanta tensione in Palestina, con la guerra del muro e dell'invasione da una parte, i kamikaze dall'altra. Tanti morti israeliani e palestinesi. Pesanti gesti di antisemitismo in Francia e nella libera Olanda. La morte di Arafat, e la speranza di una svolta, forse, finalmente. Il terremoto in Iran, con la distruzione di Bam e di tanti villaggi di argilla. Non so più quante migliaia, tra morti, feriti e senzatetto. E abbiamo ritenuto di toccare il fondo dell'Orrore con la tragedia di Beslan. Non si era mai vista tanta violenza. Un accanimento così feroce e sadico verso persone (bambini poi!) totalmente al di fuori dal senso della "battaglia" che gli autori potevano avere in mente. (Come si fa a pensare di "rivendicare" qualcosa, usando metodi spietati?). Anche lì, tanti morti. Inutili. Abbiamo avuto (ed è tutt'ora in corso) il genocidio del Darfour, in Sudan, i cui profughi sono qui in Ciad. Abbiamo rischiato l'epilogo violento anche in Ucraina. Per fortuna lì si è data prova di un po' di intelligenza. E non so, l'elenco potrebbe continuare. Un po' fa cilecca la memoria. Un po' è che qui la tv la vedo davvero poco, e la memoria senza l'aiuto delle immagini, fa cilecca ancora di più! E poi è che sono talmente tante le disgrazie, che non si riesce davvero più a tenere il conto. Proprio come l'Indonesia non riesce più a contare i propri morti. E' l'ecatombe. I popoli tradizionali, cosiddetti animisti, quando il raccolto andava male, quando mancava la pioggia, pensavano (e pensano) che Dio - il motore di tutto, padre e madre di tutti gli spiriti della terra e di tutti gli antenati - fosse arrabbiato per qualcosa. Allora bisognava fare sacrifici per farsi perdonare. Riconciliarsi con lui, e fargli concedere ciò che è buono per gli esseri umani. Questa fede faceva sì che il gruppo mantenesse un comportamento "consono", altrimenti Dio si sarebbe arrabbiato, e avrebbe punito. ...Chissà che cosa pensa un animista di una tragedia come quella del maremoto che ha colpito un quinto del pianeta? Quanto sarà arrabbiato Dio? E cosa si dovrebbe sacrificare, per farsi perdonare e riportarlo alla calma? Non basterebbe il sacrificio di mille buoi, mille agnelli e mille polli.... Non basterebbe sacrificare i gelati e i dolci, e tutti i peccati di gola e non so cos'altro... Certo, ci sarebbe tanto altro da "sacrificare". Forse. Forse, come il mondo "sviluppato" (razionale, scientifico, cartesiano) sostiene, Dio non c'entra proprio niente col maltempo. I terremoti e i cataclismi sono sempre esistiti. Il mondo stesso, anzi l'universo intero si è formato da un'esplosione. La vita si è generata con la morte, e continua ad essere così. La nascita del bambino, è la morte del feto. La nascita del frutto, è la morte del fiore. Dove comincia il mare, finisce il fiume. Dove comincia la notte, finisce il giorno. E via dicendo... Probabilmente anche quando noi moriamo, nasce qualcos'altro. Ma non ci è dato di saperlo prima. O forse Dio è arrabbiato davvero? Ne avrebbe tutti i motivi. Quest'uomo, questa formica a due gambe che ha messo in giro per l'universo, gli è uscito davvero male. Più idiota non poteva essere. Combina casini uno dietro l'altro. Riesce a distruggere qualunque cosa su cui mette le mani. E dire che Lui gliele aveva date tutte le possibilità perché forse felice e contento ...e non rompesse! "Forse". Chissà perché avvengono tragedie così? Chissà se c'è un perché? Quante domande, sempre, senza risposte. Nel nostro piccolo, anche qui in Ciad abbiamo avuto un grande lutto. Il giorno di Natale. E come fare a spiegarsi il perché? La sera del 25 dicembre, un'auto con a bordo 4 suore è partita da Sarh (dove mi trovavo anch'io) per N'Djamena. Si sa che non si deve fare il viaggio di notte, ma quelle suore avevano un'emergenza. Volevano portare una malata grave in capitale, in fretta. Alle 3 del mattino, erano ormai a 30 km dalla città (dopo averne fatti più di 500) quando sono state assalite da una banda armata (che probabilmente aveva altre mire, ed è in corso un'inchiesta da parte del governo). Hanno sparato subito. Una suora è morta sul colpo. Le altre sono rimaste ferite. Il trauma e il dolore sono stati infiniti. La suora uccisa, francese, di 58 anni, era qui da una vita. Amava moltissimo questo paese. Viveva in maniera semplice, mangiava il cibo tradizionale dei ciadiani, suoi fratelli. La voce è corsa subito tra tutta la grande comunità dei religiosi che lavorano qui, che sono tanti, impegnati tra le scuole e i dispensari, l'aiuto ai contadini con l'apporto di granai, di macine e mulini, il sostegno ai vecchi miserabili, o ai malati di aids, e agli orfani... Nel pomeriggio del 31 dicembre, una chiesa gremita di gente, a N'Djamena, con i familiari venuti dalla Francia, l'ambasciatore francese, la consola italiana (Ermanna, bella persona, di cui sto diventando amica), e vescovi di varie città, hanno salutato la salma, con il dolore non solo della morte e della separazione, ma anche quello dell'assurdità Morire così, all'improvviso, il giorno di Natale! E anche quelle suore, in chiesa, si chiedevano "perché" ? Perché così. Perché lei. Perché nel giorno che per i cristiani è quello della gioia. Perché far venire il lutto, nel giorno di festa. Perché, perché, perché??? E quelle suore, in quella chiesa tra lacrime e interrogativi, accettano l'imposizione di ciò che non si può capire. Ciò che non ha risposte, per noi ...sviluppati, scientifici, cartesiani. Perché Dio non c'entra nulla con le coordinate cartesiane. O lo accetti o no. Inutile dire che non ho proprio avuto voglia di festeggiare la fine dell'anno. Sono andata a dormire come ogni altra sera, godendo di un panno caldo. Ho sentito gruppi che cantavano e hanno fatto veglie per la notte intera. Trentamila, cinquantamila, centomila, centocinquantamila .... i morti in Asia sono tanti, tanti, tanti. E tanti stranieri che erano andati in vacanza. Tremila svedesi. Quasi una generazione di persone, calcolando che gli svedesi non sono decine di milioni. Paesi interi inghiottiti dall'acqua. Migliaia di persone rimaste alla fame. E naturalmente, piove sempre sul bagnato. Sono sempre i poveri della terra, a beccarsi le sfighe peggiori. E forse - Forse - non c'è proprio niente da capire. Non c'è alcuna spiegazione. ********* In questi mesi ho letto molti libri, ma quasi solo di storia e antropologia del Ciad, in francese, e comprati qui. Per questo non fatto nessun riferimento bibliografico, né ho dato consigli di lettura o di acquisto, come faccio in genere. Ora invece sto leggendo un libro molto carino, scritto con grande ironia, comprato a Bologna in novembre, e questo ve lo consiglio. Sia perché è ambientato in Nigeria, e quindi tante cose assomigliano moltissimo alle culture di qui, visto che sono confinanti. Sia perché aiuta ad entrare in quella mentalità decisamente non cartesiana, senza cui è impossibile pensare di capire anche solo lontanamente, un briciolo, l'Africa. Dunque: "Foresta di fiori", edizioni Socrates, 2004. L'autore è Ken Saro-Wiwa, candidato al Nobel per la pace nel '97, ma già nel '95 condannato a morte dal governo nigeriano e giustiziato per la sua attività in difesa dei diritti umani. (Ma se Dio c'è... non poteva farci meglio?). Difficile dire Buon Anno, in un mondo che comincia così. Comunque, speriamo che possa solo migliorare. N'Djamena, Silvia
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