Sabato 5 marzo 2005. Non lo so perché, ma è già da anni addietro che penso che mi piacerebbe andare in treno a Bobo Diulasso. Io amo viaggiare in treno, e quando posso mi piace farlo anche in Africa, anche se so che i viaggi sono lunghissimi, perché non è certo il TGV... (Ho un ricordo stupendo del tragitto in Madagascar Fianarantsoa-Manakara: 11 ore per 120 km!). Con Emmanuel prendiamo un taxi per andare alla stazione ad informarci. Non sappiamo in quali giorni della settimana ci sia il treno, che va fino ad Abdjan. Arrivati alla stazione, ci dicono solo "Presto, presto, sta partendo, sta partendo!!!". Non riusciamo neppure a fare i biglietti, e saliamo letteralmente al volo, perché non è che vada molto veloce, appunto, e poi perché viaggia sempre con le porte aperte! Il controllore, gentilissimo, viene a farci il biglietto.
E comincia il lento pellegrinaggio: impiegheremo 9 ore per fare 350 km ! E questa volta devo dire che si tratta di un viaggio un po' noioso. Le stazioni sono poche, quindi c'è poco movimento, e il paesaggio è sempre lo stesso. ...Chi vuole sa come impiegare il tempo. Ogni stazioncina è piena di venditori.
Manù scende a comprare un po' di rifornimenti: pane, yogurt, frutta, scatolette, e soprattutto acqua, fondamentale.
Filmo Emmanuel mentre versa nella bottiglia l'acqua venduta dai bambini nei sacchettini di plastica, perché io in questa operazione... faccio sempre un gran casino! Intanto il treno si riempie, si riempie,...
...E ci ritroviamo pressoché sommersi da cipolle, e caspi di cavolfiore! Una stazioncina lungo il percorso. Arrivati a Bobo Diulasso, dove restiamo piacevolmente due giorni, non faccio molte fotografie, ma anche quelle poche non sono venute, perché la mia telecamera ormai da mesi continua ad avere "degli umori". Smette di andare, poi riprende. Quando vuole lei. Questo a dimostrazione del fatto che i miei amici africani mi ripetono sempre: in Africa le leggi cartesiane... non contano!
|
©Silvia Montevecchi